L'inizio
Erano gli anni 80, in televisione passava la pubblicità degli pneumatici Kléber, un cane “marroncino”, muscoloso e con tanta grinta, correva nella sabbia simulando una battaglia con una automobile, un’Alfa Romeo 33 se non ricordo male che aveva un motore speciale, a cilindri contrapposti, denominato BOXER. La guardavo rapito, non tanto per la macchina… ma per quel meraviglioso cane, dinamico, potente, grintoso… Tra le fantasie di ragazzino pensavo: “se mai avrò un cane, sarà un Boxer!”.
1994
Passarono gli anni e l’embrione della mia passione rimase in “incubazione” fino a quando un giorno, era il 1994, andando a comprare il mangime per il canarino, su uno scaffale del negozio trovai una videocassetta sul BOXER. Dimenticai il mangime… presi la cassetta e corsi a casa a vederla… non potevo aspettare. Rimasi letteralmente esterrefatto. La guardai e la riguardai… e la riguardai ancora… e ancora… Tornai al negozio il giorno stesso chiedendo se per caso avessero anche un libro sul Boxer. C’era, eccome se c’era. Edizione DeVecchi scritto dal Prof. Guidobono Cavalchini. Inutile dire che lo lessi tutto d’un fiato. Anzi lo studiai. dalla prima all’ultima pagina. E proprio in quelle ultime pagine c’erano i nomi di alcuni dei più conosciuti allevamenti di Boxer di quegli anni. Fatto 30, bisognava fare 31: iniziai a girare per gli allevamenti, a vedere cani, alcuni anche molto molto belli, famosi e importanti. Che emozione poter ammirare, accarezzare, farmi abbracciare da quelle creature così forti ma così dolci, farmi leccare la faccia da quei musi “arcigni” ma con il cuore d’oro…
E presi immediatamente la decisione di tesserarmi al Boxer Club d’Italia… così potevo ricevere ogni due mesi la rivista del Club e leggere, informarmi… e aiutarmi a fare la scelta giusta: dove prendere il mio primo Boxer.
Arrivai qualche mese dopo in un famoso allevamento a pochi chilometri da casa mia. Non aveva disponibilità in quel momento quindi prenotai un cucciolo. Quando fosse arrivata una cucciolata di fulvi, ne volevo uno con il petto bianco, la coda e le orecchie diritte, come quello della pubblicità…
1995
Passarono i mesi e ad inizio maggio del 1995 arrivò la tanto attesa telefonata: SONO NATI! tutti fulvi, con bianco. Quando vuoi venire a vederli tra un paio di settimane si possono vedere. Piansi, allora come oggi mentre scrivo… Lo scelsi con tutta l’inesperienza che avevo ma con tanta tanta passione. il suo nome fu MARVIN, il mio primo boxer doveva avere il nome di un pugile: Marvin Hagler detto The Marvelous, il Meraviglioso!!!!!!
E Marvin meraviglioso lo fu davvero, dal primo giorno in cui a luglio del 95 arrivò pimpante e gagliardo come solo un vero Boxer sa essere, fino all’ultimo giorno di 11 anni dopo. Era un cane esagerato, nel senso buono del termine, aveva un cuore grande che più grande non si può, mi ha amato sempre, anche quando ho sbagliato, quando l’ho perso andando in montagna e lui si è fatto trovare accanto al baule della macchina. E l’ho sempre ricambiato, anche quando una sera decise di sfilarsi dal collare e andò a spasso per il paese per due ore…
Abbiamo condiviso 11 meravigliosi anni insieme, vivendo, mangiando, giocando, divertendoci insieme al campo di addestramento, condividendo il letto… E lo rifaremo… quando anche per me arriverà il giorno in cui spero di poter scavalcare il ponte dell’Arcobaleno e so che lui sarà là ad aspettarmi, con la pallina in bocca pronto a giocare…
L’anno seguente, vista la mia grande passione in continua crescita, dallo stesso allevamento arrivò una femmina. Volevo iniziare a frequentare il mondo delle esposizioni. E siccome volevo vincere il suo nome fu Nike (nella mitologia greca era la personificazione della vittoria). E vinsi tanto ma non quanto lei meritasse. “Colpa” di quelle orecchie integre che non avevo voluto tagliare e che i giudici penalizzavano…
Non ho mai amato seguire il coro, mi è sempre piaciuto fare la voce solista, differenziarmi dalla “massa”. In quell’occasione avevo guardato al futuro, già si iniziava a vociferare che presto o tardi non si sarebbero più potute tagliare orecchie e coda… Tanto valeva prepararsi per tempo, iniziare a farsi l’occhio con le orecchie integre. Ero una mosca bianca ma mi andava bene così, anzi ne andavo estremamente orgoglioso.
Il giusto coronamento della “carriera” espositiva fu la prima cucciolata. Dall’accoppiamento di Nike e Aron, un bellissimo maschio fulvo figlio del grandissimo pluricampione Magnum di Massumatico, allevato da Pietro Vercesi.
1999
Il 24 Agosto del 1999 nascevano 6 cuccioli: 1 maschio fulvo e 1 tigrato, 1 femmina fulva e 3 tigrate. Feci quello che il cuore e la passione mi dettavano. Tenni con me la femmina fulva e una tigrata, rispettivamente QUIRIS E QUICKY. Fu la celeberrima fortuna del principiante. Divennero entrambe campionesse: Quiris campionessa di Club e Italiana, Quicky Campionessa dell’anno nella splendida cornice della reggia di Caserta nel 2003, Campionessa di Club e Italiana, prima classificata in classe libera all’Atibox di San Gallo nel 2001.
Ero arrivato veramente in alto.
2001
il 27 Maggio del 2001 alla mia prima partecipazione all’Atibox, il campionato mondiale per i Boxer, con la mia prima cucciolata ero là al ring d’onore a spareggiare con due delle più belle femmine di tutti i tempi: Atlanta Von German Dream e Numado Anastasia Von de Meerpaal. Arrivai terzo ma in cuor mio avevo vinto, eccome se avevo vinto…
La seconda cucciolata arrivò da Quicky che accoppiai con il pluricampione Future Von German Dream un figlio di quella meravigliosa Atlanta con la quale avevo spareggiato in Svizzera e che in quegli anni aveva stravinto in expo in tutta Europa.
Fui il primo Italiano ad usarlo, così come l’anno seguente fui il primo ad usare un cane Olandese: Posseidon di Noi Vincere, primo nella storia a vincere il titolo all’Atibox sia nei giovani che negli adulti.
In italia lo avevamo solo visto in fotografia, andai un po’ all’azzardo quell’8 Dicembre quando in 24 ore (quelle avevo a disposizione) feci il viaggio di andata e ritorno di 2.400 km per fare l’accoppiamento. La fortuna era dalla mia parte, con il senno di poi la chiamo fortuna, in quel periodo ero convinto che fosse solo grazie al mio “estro” creativo di allevatore… Nacquero in 6: 5 femmine tigrate e 1 maschio tigrato, Zeus che ebbi l’onore di dare al caro amico Andrea Gori in quel di Prato, che non ringrazierò mai abbastanza per avergli fatto vivere come un principe ogni singolo istante della sua vita. Delle 5 femmine 2 restarono con me. Zeta e Zamorà.
Zamorà divenne campionessa, con lei consolidai la mia posizione, credevo di essere arrivato, di essere davvero un Allevatore con la A maiuscola. Guardavo soddisfatto il mondo dei boxer dall’alto… e non sapevo ancora quanto mi sarei fatto male cadendo da così in alto…
Non sai mai cosa la vita ha in serbo per te… vennero i momenti bui, per vicende famigliari e personali fui costretto ad abbandonare la vita “attiva” di allevatore e di frequentatore abituale delle expo. Dopo 16 anni mi rimanevano solo due fratelli Blu e Bosko (il primo è ancora qui con me oggi a 11 anni) e Zeta, sopravvissuta alla terribile leishmaniosi, forte come un toro in gioventù, gracile e delicata dopo la malattia.
Volevo veramente smettere, aspettare pazientemente che la natura facesse il suo corso e mettere una pietra sopra alla mia vita cinofila.
2013
Ma al cuor non si comanda e una serie incredibile di coincidenze nei primi giorni del 2013 mi ha fatto conoscere una allevatrice meravigliosa, Vesna Terzic, che con l’affisso Suum Cuique alleva con maestria, coscienza e grandissime capacità. Aveva una femmina disponibile, una cucciola meravigliosa, quasi completamente senza bianco… viste le prime fotografie il cuore ha iniziato a battere forte, la passione sopita per due anni, è tornata prepotentemente a farsi sentire.
Doveva arrivare da me quel musino nero, morfologicamente il cane ideale per allevare. Con l’amico Pietro, quello stesso Pietro che mi diede la disponibilità del suo Aron per la mia prima cucciolata, in quattro e quattr’otto ci siamo trovati a Novo Mesto, in Slovenia a casa di Vesna. Al ritorno, eravamo in 3, in braccio avevo Iman. Stavo rinascendo… ma le sorprese non erano finite. Ho cresciuto Iman con una nuova consapevolezza, con conoscenze e comportamenti diametralmente opposti a quelli dell’inizio. Con lei ho affrontato il percorso per diventare Educatore Cinofilo, ho abbracciato la filosofia cognitiva, che attribuisce al cane una propria identità, di pensiero e di emozioni che poco o nulla hanno a che fare con l’addestramento all’utilità e difesa che aveva caratterizzato la mia vita cinofila dell’inizio…
Con lei ho capito l’importanza vera della della relazione uomo-cane, mirata a creare una rapporto di collaborazione e non ad avere un soldatino che prontamente risponde ai nostri comandi…
Lo scorso anno ho rifatto la mia prima cucciolata, per la seconda volta la mia prima cucciolata.
Con le conoscenze “tecniche” acquisite in vent’anni di allevamento che hanno reso facile la gestione operativa della cucciolata e con gli studi fatti in questi ultimi anni ho potuto concentrarmi a valutare le piccole creature non solo per il loro aspetto ma soprattutto mettendo in pratica una serie di stimolazioni sensoriali volte a consentire a miei Boxer di affrontare la vita nella società del terzo millennio.
Da questa “seconda-prima” cucciolata è rimasta con me Happy, con lei e sua mamma ho ripreso a fare l’allevatore, armato di tanta passione ed esperienza
Rossano Dolo
I boxer della valle Elvo
P.S.: Ah, dimenticavo… la videocassetta e il Libro (galeotti furono…) li ho ancora… custoditi gelosamente tra i ricordi più belli e importanti della mia vita…